sabato 25 gennaio 2014

Prologo 

Ci fu un tempo in cui i suoi occhi erano azzurri.
Fulgide scintille risplendeva d’innocenza e malcelata ingenuità.
Non c’era nulla in lei che avesse mai destato sospetti, sebbene ella non parlasse erano le sue finestre sul mondo a farlo per lei.
Piccola bambola di cera, nessun urlo lacerò il grembo materno quando venne al mondo, quasi fosse attesa come una profezia.
Quasi fosse la Salvezza della stupidità del Suo Popolo.
Quasi fosse l’unica ragione di vita di mamma e papà.
Quasi.

Ma non del tutto.

“Sarà Sarah.”

Esempio di vita, principessa della sua casa e Signora per le sue genti.
Avrebbe sacrificato la sua essenza per il suo diritto di nascita.

Finché Lei non la reclamò come sua Diletta.

“Le finestre devono sempre essere chiuse la sera”-era la continua nenia della vecchia governante-“non vorrai che qualcuno possa guardarci dentro?”.
Sarah fissò la sua Nanni e come tante volte era sul punto di risponderle, ma non ne ebbe il tempo. Non aveva mai il tempo di farlo.
Così venne lasciata sola.

Quella sera il Vento, che lei da tempo aveva riconosciuto come un fratello, era insistente. Aveva qualcosa da dirle.
No, non da dire, da urlare.
Sarah era confusa. Non aveva mai disobbedito prima d’allora.
Non era però questo a sconcertarla.
Prima d’allora non aveva mai sentito l’impulso di disobbedire.
Salvo quella sera..

Prese Nora.
Mentre la guardava pensava ai suoi 18 anni e a quante volte le avevano detto che ormai era troppo grande per dormire con lei.
Troppo grande.
Troppo grande per cosa?
Nora era sempre la stessa e l’aveva sempre protetta.
Ed era sempre stata con lei.
Anche quando Lei voleva portargliela via..

Scuote la testa per distogliere la mente da quel ricordo..
Chissà perché le è tornato alla mente proprio oggi dopo dieci anni.
Lascia il suo letto diretta verso la finestra. Una strana scarica elettrica le invade il corpo ad ogni passo che fa.
Ha paura.
Lo sente nelle viscere.
C’è anche altro.
Uno strano fuoco si irradia nelle vene.
Un fuoco che sprigiona un calore che la disorienta e la.. soffoca.
“Sta crescendo! E’ in me. Lo sento in me. Lo sento in me!
No! Non di nuovo!”
La finestra: prima un comune capriccio adesso una necessità.
Lascia cadere a terra Nora e si slancia verso le pesanti tende rosse, spalancandole e in preda al panico e al furore cieco apre quella via che le era stata da sempre proibita e..

“Erev tov Sarah. Ci sei mancata.”

Quegl’occhi.
E’ Lui.